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Davide
Romni
Intervista
con Davide Romani
By Francis Depuydt, Patrik Andersson and Paolo Caroselli
Francis:
Ti sei divertito a suonare dal vivo con i Change? Ti sarebbe
piaciuto partecipare ai tour dei Change come membro ufficiale
del gruppo o Petrus non te lo ha mai chiesto?
Davide:
In quel periodo era più importante spendere le energie pensando
solo a fare pezzi. Comunque non sarei andato in giro con il
tour in quel momento. Mi ero appena sposato ed avevo avuto
un bebè. Sono comunque stato a lungo a New York per assemblare
il gruppo e seguirlo in tutta la preparazione, le prove, etc.
Francis:
Attualmente ascolti musica soul oppure R&B? Ti piacciono le
produzioni di Leon Sylvers, Randy Muller, Mtume & Lucas, Narada
Michael Walden o Eumir Deodato?
Davide:
Si, ascolto ancora molta musica.
Francis:
Chi detiene oggi i diritti del gruppo dei Change? Ci sono
notizie circa un nuovo progetto dei Change?
Davide:
Preferirei non rispondere. C'è molta confusione, ma stiamo
lavorando per sistemare ogni cosa. Mi risulta che qualche
cantante e qualche strumentista che in passato aveva prestato
la propria professionalità si presenti davanti al pubblico
in concerto con il nome "Ch'ange". Inaudito!
Francis:
Pensi di poter convincere i responsabili della EMI/Capitol
a far pubblicare su CD gli album originali della BB & Q Band?
Davide:
Sarà certamente rifatto tutto il catalogo.
Francis:
Esistono nastri "master" con brani inediti degli anni '80
di Change, High Fashion, BB & Q Band, Peter Jacques Band,
etc., dimenticati da qualche parte negli scaffali delle case
discografiche?
Davide:
Non saprei risponderti.
Patrik:
La creazione di una società di produzione discografica come
la Goody Music (in seguito: Little Macho) ha sicuramente richiesto
l'impiego di ingenti capitali. In che modo Petrus e Malavasi
riuscirono a finanziare la loro nuova attività nel 1978?
Davide:
Beh, fu un successo dietro l'altro a cominciare da "Macho"
e i soldi non mancavano.
Patrik:
E' stato detto che la gestione economica è stata alla basa
del fallimento della Goody Music. In base alle tue conoscenze,
quali sono stati i reali motivi che hanno determinato tutto
ciò e come questa situazione ha influito sulla produzione
discografica e sui rapporti personali tra te, Petrus e Malavasi?
Davide:
Petrus era un personaggio simpaticissimo, ma anche un po'
biricchino. Non aggiungo altro.
Patrik:
Leroy Burgess, Jeff Bova ed altri ancora sostengono più o
meno che Petrus ha avuto contatti con la "mafia", forse a
New York. Sai qualcosa in proposito?
Davide:
Non credo, per quanto ne so io. Per lui i veri problemi sono
iniziati quando è tornato in Guadalupe.
Patrik:
Quali erano i tuoi sentimenti nei confronti della musica in
generale nel 1977, quando sei entrato a far parte della Goody
Music? Cosa ascoltavi a quel tempo e quali artisti ti hanno
maggiormente ispirato?
Davide:
Beh, veramente in quel periodo ascoltavo solo Chic Corea,
Stanley Clark e i contemporanei di quell'epoca, nell'ambito
del nuovo modo di fare jazz, ma adoravo anche il pop di Gino
Vannelli.
Patrik:
Dove era situato il vostro ufficio principale in Italia, nei
primi anni di attività? C'erano numerosi punti vendita della
Goody Music in Italia che vendevano dischi oppure uno solo?
Davide:
I punti vendita erano sicuramente a Milano, ma noi musicisti
non avevamo nulla a che fare con i negozi di dischi di Petrus.
Patrik:
Quanto i DJ, i club e le emittenti radiofoniche sono stati
importanti nel soddisfare le esigenze di programmazione dei
primi album nel '78 e '79?
Davide:
Ovviamente sono stati importantissimi. Cos'altro posso dire?
Patrik:
Voi due siete stati autori di canzoni di notevole successo.
La realizzazione di un brano era un'attività individuale oppure
il più delle volte tu e Malavasi condividevate le vostre idee
in uno sforzo creativo comune?
Davide:
Entrambi collaboravano in ambedue i sensi, ma diciamo che
io magari ero più ferrato nella costruzione della ritmica
mentre lui era il rifinitore.
Patrik:
Quando Petrus giunse in Italia dalle Guadalupe? Venne da solo
oppure insieme con i suoi genitori? In un'intervista del '79
egli dichiara di aver vissuto in Italia fin dal '69. Come
erano il suo Italiano, Francese ed Inglese?
Davide:
Io l'ho conosciuto in Italia. A quel tempo viveva con il fratello
Alex, che lo ha aiutato per lungo tempo, anche quando è tornato
in Guadalupe. Petrus si fidava molto di suo fratello Alex.
La madre, però, l'ho conosciuta solo qualche anno fa in Guadalupe.
Patrik:
Change è stato un successo devastante. Quali pensieri ti passavano
per la mente negli anni '80?
Davide:
Come ho già detto nella tua precedente intervista, è stato
un momento creativo dove tutto riusciva "con il buco", come
si dice in Italia quando tutto va bene.
Patrik:
Sono dell'opinione che la musica sia qualcosa che collega
questo mondo ad uno spirituale, sia una fonte notevole di
energia. Qual'e il tuo parere in proposito? In che misura
la musica influenza ed "alimenta" la tua vita?
Davide:
E' qualche cosa di misterioso, che dà forza e speranza in
special modo a chi può farla.
Paolo:
Alla luce delle molteplici esperienze professionali maturate,
come giudichi la tua esperienza di compositore e musicista
"dance". Un "incidente di percorso" oppure una "tappa fondamentale"
della tua carriera professionale? Rinneghi quella esperienza
o ne vai orgoglioso?
Davide:
Non ho nulla da rinnegare, ma ovviamente col tempo si cresce
e non sempre bene. Ora vado pazzo per il brasilian jazz. Che
cosa ne pensi?
Paolo:
Prova a dare un tuo giudizio sulla "dance" di oggi e quella
degli anni '70-'80. Che cosa le accomuna ed in che cosa differiscono
tra di loro, sotto tutti i punti di vista (musicali e non)?
Davide:
Ho avuto occasione di ascoltare della "dance" fatta davvero
bene, con sonorità molto ricercate. Trovo però alcune produzioni
veramente assurde, senza contenuti apprezzabili in alcun reparto
musicale.
Paolo:
Secondo te c'è una ragione specifica se molti brani della
"disco/dance" degli anni '70-'80 sono ancora oggi conosciuti
e fischiettati, mentre i "dance-hit" contemporanei fanno fatica
ad essere ricordati già a qualche anno di distanza dalla loro
uscita sul mercato?
Davide:
Dovremo aspettare che passino almeno venti anni prima di sapere
se le hit attuali saranno ricordate. Credo comunque che sarà
solo per pochi intimi.
Paolo:
Le tante cover (Alcazar, Tom Jones, Janet Jackson, etc) dei
brani dance degli anni '70-'80 pubblicate puntualmente ogni
anno sono forse sinonimo della scarsa vena creativa dei musicisti/discografici
di oggi e dell'incapacità di questi ultimi di sapersi rinnovare
oppure dipende solo dalle spietate leggi del mercato discografico?
Davide:
No, dipende dalla mancanza di pezzi forti e di giri ritmici
che appartengono ad un'epoca in cui i nuovi produttori, più
giovani, non hanno macinato. E poi quei pezzi erano suonati
da veri musicisti e non da campionatori e da bassi di plastica.
Ma avete notato che a distanza di tutti questi anni i prodotti
degli anni '80 suonano ancora da Dio, specialmente su vinile?
Concludo nel ribadire che a quel tempo faceva musica solo
chi la sapeva fare.
Paolo:
Un giorno accendi la radio e senti Janet Jackson "miagolare"
via etere: "ALL FOR YOUUUU" su un tappeto musicale coinvolgente
ed accattivante. Cosa hai pensato in quel momento: 1) che
brutto sound; b) la musica poteva essere migliore; c) il motivetto
non è male; c) chi ha scritto la musica di questo brano è
davvero un "grande".
Davide:
Beh, ho subito riconosciuto la base, anche perché era uguale
all'originale. Ad ogni modo, inizialmente, non credevo che
quella canzone (nota dell'editore: "The glow of love") potesse
diventare un successo. Meno male che mi sbagliavo.
Paolo:
A bruciapelo: snocciola la tua personale "Top Ten Disco Hits"
di tutti i tempi.
Davide:
Per questo ho bisogno di un po' di tempo.
Paolo: Vista la tanta "immondizia" che oggi passa in
radio ed in discoteca, non hai mai pensato di tornare a fare
musica "dance"… magari insieme ad alcuni (se non tutti) i
compagni di viaggio dei bei tempi andati? Cosa ne penserebbero
anche loro?
Davide:
Mi sembra di aver capito che ci vuole la compagnia di un DJ
per fare quel tipo di musica. Ma non tutti i DJ sono bravi,
per cui è meglio che facciano da soli.
Paolo:
Hai mai notato che l'attacco del brano "Change of heart" ed
il sound dello stesso è "molto simile" a "Just be good to
me" degli S.O.S. Band? Comunque sia, il brano è molto bello.
Davide:
Hai mai notato che la melodia della strofa è uguale a quella
del brano "Paradise"?
Many
thanks to Mr Romani for his open minded attitude through out
the interview.
Special
thanks to Paolo Caroselli for the translation and to Yves
Le Page for the second picture.
INTERVIEW
IN MAY 2005 BY:
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Francis
Depuydt
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Patrik
Andersson
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Paolo
Caroselli
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